Siamo al decimo anno di conduzione del nostro oliveto composto da 145 olivi di varietà Taggiasca, in Liguria. Il dato di fatto è che in dieci anni di lavoro non si è raccolto in una occasione, l’anno scorso. Facciamo ora alcune considerazioni.
I dati sono riportati in un apposito grafico, corredato di ogni particolare in merito alle operazioni colturali e, ovviamente, ai costi di produzione del nostro olio extravergine di oliva Riviera Ligure DOP imbottigliato con il marchio consortile ed utilizzato nelle attività promozionali che si svolgono durante l’anno.
I terrazzamenti posti nel territorio comunale di Lucinasco, in un contesto di oliveti tutti coltivati, sono certo rappresentativi della non facile realtà colturale della Liguria: pendenze, salite, discese, muri a secco e spazi esigui. Però un lavoro attento di abbassamento degli alberi, di potature di produzione e di mantenimento, di concimazione e di cure attente ha dato un risultato molto interessante negli anni. Di fatto, pur notandosi alternanze di maggiore e minore produzione su due fasi biennali, i 145 olivi che conduciamo hanno prodotto la considerevole media di 1.720,20 kg di olive per anno per una resa sempre media di 334,25 kg di olio ovvero 364,79 litri di olio extra vergine di oliva Riviera Ligure DOP.
Ci siamo posti degli obiettivi, in Oliveto. Sperimentare tecniche di lotta alla mosca olearia in modo integrato, studiare agricoltura di precisione per favorire, ad esempio, un superamento o almeno una mitigazione del raccolto biennale e comunque venire incontro alle richieste di olivicoltori moderni sempre più votati alle buone pratiche.
Di fatto, si tratta di un percorso lungo, che necessita di una grande collaborazione tra istituzioni, centri di ricerca, università ed imprese e che di fatto non è rapido così come l’albero in cui ci riconosciamo. Un albero che prospera da secoli su di un terreno preparato per lui da una immane fatica umana, fondamentale nella gestione del territorio e che ora ha ulteriori sfide da affrontare, rappresentate ad esempio dal repentino cambiamento climatico globale.
In ogni caso, i dati di quest’annata sono ragguardevoli. Abbiamo raccolto 1677 kg di olive, che hanno reso 386 kg di olio ovvero 421,4 litri di olio. La resa media è stata del 23 %, un valore in linea con quelli di metà novembre, dopo le attese piogge, di fatto vere prime piogge del 2022. In questo modo sarà pur diminuita la resa media, ma si è abbattuto il rischio di un sentore di secco o legno, dovuto alla prolungata siccità annuale.
Il Consorzio di Tutela conduce l’Oliveto come un consorziato: il percorso delle olive è interamente tracciato e così tutti i pagamenti. L’esame organolettico e chimico sulla partita di olio così come l’analisi della sua tracciabilità è stato compito dall’ente di certificazione preposto al piano di controllo. Ricordiamo che la certificazione del prodotto rappresenta il plusvalore dei prodotti DOP/IGP garantendo il consumatore sull’origine, la tracciabilità e le caratteristiche organolettiche.
“Stiamo affrontando difficili sfide in olivicoltura che stanno mettendo a rischio la tenuta dell’intero comparto legato alla produzione locale. Cause parassitarie e ambientali stanno avendo come effetto una sempre più frequente riduzione della produzione. Dobbiamo contrastare questa contrazione produttiva attraverso la condivisione delle problematiche colturali e gestionali tra enti di ricerca, università ed istituzioni ed il fondamentale trasferimento di conoscenze tecnico-scientifiche agli olivicoltori per i necessari interventi di difesa fitosanitaria” afferma Carlo Siffredi, Presidente del Consorzio di Tutela dell’olio extra vergine di oliva Riviera Ligure DOP.
Statistiche dell’Oliveto della Riviera Ligure 2023 con medie