L’olio DOP Riviera Ligure sarà presente nello splendido borgo medioevale di Finalborgo dove torna la tre giorni dedicata alle produzioni agroalimentari liguri, il Salone dell’Agroalimentare Ligure, che si terrà da venerdì 15 a domenica 17 marzo. L’appuntamento è nel complesso monumentale di Santa Caterina, là dove gli storici signori locali, i Del Carretto, avevano voluto un convento che è sempre stato scrigno d’arte, di bellezza e devozione.
La partecipazione del Consorzio di tutela sarà ludica e divertita, con il Gioco dell’olio DOP Riviera Ligure in versione “spazio aperto”. Una buona occasione per far giocare i bambini visitatori imparando qualcosa sulla storia, le qualità, i pregi dell’olio extravergine DOP Riviera Ligure. E fare, in due parole, educazione alimentare.
Inoltre l’olio extravergine Dop Riviera Ligure sarà protagonista in cucina con due eventi nell’area Cucina al primo piano dell’Oratorio de’ Disciplinanti.
Venerdì 14 marzo alle 17,30 a cura dell’Associazione Tartufai e della Provincia di Imperia vi sarà la presentazione Tartufi di Liguria: un prodotto da valorizzare. Il tartufo nero ligure sposa la cucina del Ponente, testimone l’olio DOP Riviera Ligure in cui si promuoverà la conoscenza del prodotto “Tartufi di Liguria” (si tratta di una minifiliera locale di produzione con oltre 15 operatori che stanno già iniziando la tartuficoltura) ed il suo abbinamento ai prodotti tipici e alle ricette tradizionali. Questo avverrà attraverso la spiegazione e l’assaggio di alcuni piatti preparati ad hoc: – salsa al tartufo nero ligure e olio DOP Riviera Ligure presentato su crostini di pane casereccio, – baccalà marinato al tartufo nero ligure, con salsa provenzale all’olio extravergine DOP Riviera Ligure, germogli di primavera e petali di tartufo, barchetta di patata con fonduta d’alpeggio e tartufo nero di Liguria, con il suo remo.
Inoltre grazie alla collaborazione con la CCIAA di Savona nell’area attrezzata per lo show cooking gli chef dell’Associazione Cuochi Savona eseguiranno alcune ricette con Olio DOP Riviera Ligure: – Lasagnette di castagne “Gabbiane” con fondutina di Sora, carciofi spinosi di Albenga e pioggia di tartufo nero della Valbormida, – Uova Pochée fritto con spaghetti di asparago violetto marinato e cruditée di cuore di bue, – Zerri nostrani in carpione leggero, – Soffice di giuncata delle nostre valli, croccante di amaretti di Sassello e albicocche di Valleggia flambate, – Nuvolette di carciofi spinosi di Albenga con Chutney al chinotto di Savona, – Acciughe ripiene ai profumi liguri, – Cappuccino di giuncata e formaggette delle valli con cruditée di zucchine trombette e scagliette di tartufo, – Gnocchetti di pane e olive taggiasche con pesto di pomodori secchi e acciughe scottate al limone, – Sablée al chinotto di Savona e cioccolato, meringa gratinata e coulis di albicocche, – Cheesecake con giuncata e soffice di castagne, amaretti di Sassello e gelèe di albicocche savonesi.
Piace dunque, e tanto, parlare di olio extra vergine di oliva DOP Riviera Ligure in quel di Finalborgo, cuore dell’antico stato a lungo autonomo del Finale. Dai Del Carretto, alla Spagna nel corso del XVII secolo, con una Repubblica di Genova guardinga e finalmente padrona per poco tempo, nel Settecento. Lo studio paleobotanico effettuato tra il 1997 e il 2001, con la partecipazione del dott. Daniele Arobba, del Museo Civico del Finale, ha riguardato proprio cantieri archeologici in pieno centro, tra cui proprio in piazza Santa Caterina. Sono state individuate le tracce dell’espansione dell’olivo nell’area finalese a partire dai secoli XI e XII e in crescita verso il XIII secolo. Una situazione precoce, in un panorama agricolo molto vario e fertile. Non è un caso che proprio a Finalborgo abbia avuto i natali il grande Giorgio Gallesio ( Finalborgo, 23 maggio 1772 – 30 novembre 1839), sepolto tra i grandi italiani in Santa Croce e consigliere del governo francese e di quello sabaudo. Non a caso Chabrol, il notissimo prefetto francese del dipartimento di Montenotte, nel suo volume statistico, ha magnificato la campagna finalese, con i suoi terrazzamenti e le sue colture che, “a furia di attenzioni”, danno frutti “per tutto l’anno senza interruzioni”. L’olivo e l’olio d’oliva sono fra queste colture e questi prodotti. E ben lo sapevano gli Spagnoli, padroni di Finale nel Seicento, i quali al di là di avere uno sbocco al mare per il Ducato di Milano, hanno goduto del clima finalese e del suo olio, aborrendo i condimenti che molti di loro avevano magari “subito” nelle Fiandre.
fonte immagine Finalborgo: Liguria Slow