Presentati a Roma i dati del XXII Rapporto Ismea-Qualivita: il settore della certificazione tutelata rappresenta un valore complessivo di oltre 20 mld di euro per circa 317 Consorzi; l’olio della Liguria si piazza al 5° posto per valore di produzione dopo la Puglia, la Toscana e la Sicilia; oliveti e frantoi aperti per scoprire l’olio ligure nel weekend del 7 e 8 dicembre.
Un settore che gode di ottima salute e che rappresenta un’eccellenza produttiva sotto tanti aspetti: la DOP dell’Olio Riviera Ligure porta con orgoglio la “bandiera” di certificazione europea, forte dei dati presentati durante l’ultimo Rapporto Ismea–Qualivita sull’andamento della DOP Economy. In occasione del consolidamento di un successo, spazio all’apertura degli oliveti e frantoi durante il weekend di sabato 7 e domenica 8 dicembre con “Orgolio Liguria Weekend”.
Presentato lunedì scorso a Roma, il XXII Rapporto Ismea–Qualivita sul settore dei prodotti italiani DOP–IGP ha evidenziato un margine florido e concreto. Seppure in un contesto difficile per il settore agricolo e agroalimentare, caratterizzato da conflitti, rincari ed emergenze climatiche, la DOP Economy italiana gode di buona salute. I dati presentati da Ismea e Qualivita descrivono un settore che per il secondo anno consecutivo ha un valore complessivo alla produzione superiore ai 20 miliardi di € e che conta quasi 200.000 operatori tra aziende agricole e trasformatori e 850.000 occupati. 1 € su 5 € dell’agrifood italiano è DOP/IGP, settori in cui svolgono un ruolo di guida importante i 317 Consorzi di tutela.
Il settore degli oli a Indicazione Geografica (IG) conta 50 denominazioni, di cui 42 Dop e 8 IGP. Rappresenta l’1% del valore alla produzione ed il 2% del valore all’export del settore delle indicazioni geografiche. Con una produzione certificata nel 2023 di 12.355 tonnellate, in diminuzione del 6% rispetto all’anno precedente, ha un valore alla produzione di 115 milioni di € ed un valore al consumo di 168 milioni di €. In questo settore l’olio extra vergine di oliva Riviera Ligure DOP è al quinto posto per valore alla produzione con 5,1 milioni di €, dopo Terra di Bari DOP (34), Toscano IGP (26), Sicilia IGP (14) e Val di Mazara DOP (8,9).
“Concordo con il Ministro Lollobrigida che nel suo intervento ha sottolineato come l’olio extravergine dei territori italiani sia sottovalutato” afferma il Presidente del Consorzio di tutela dell’olio Riviera Ligure DOP Carlo Siffredi. “Preziosi spunti di riflessione sono stati evidenziati dal Direttore Generale di Qualivita Mauro Rosati che ha parlato dell’importanza di lavorare sull’immaginario della DOP Economy italiana: serve un approccio che unisca innovazione tecnologica e valorizzazione culturale, così da consolidare il ruolo guida dell’Italia nel mercato mondiale dei prodotti DOP-IGP”.
Anche se hanno registrato un incremento di valore del 33% rispetto all’anno precedente, gli oli DOP-IGP italiani non hanno ancora esploso il loro potenziale. Eppure, hanno importanti punti di forza: il valore salutistico, l’identità culturale, le importanti ricadute sul territorio in tema di tutela della biodiversità olivicola, di contrasto al dissesto idrogeologico e di sostenibilità economica e sociale delle comunità rurali.
“È fondamentale avviare un percorso condiviso, sia a livello nazionale che locale, così da velocizzare il percorso di crescita del prodotto da mass market, indistinto e generico a premium legato ai territori italiani; si deve rafforzare il contrasto alle evocazioni delle DOP e IGP che garantiscono origine, tracciabilità e qualità.
Come ha affermato il Generale Daniel Melis dei Carabinieri per la tutela Agroalimentare, il concetto di qualità va di pari passo con quello di salute, sia del consumatore che del territorio” conclude il Presidente del Consorzio. Nei prossimi giorni vi è la possibilità di approfondire questi valori grazie a “Orgolio Liguria Weekend”. Sabato 7 e domenica 8 dicembre le aziende produttrici faranno scoprire il profilo sensoriale dell’olio ligure dell’annata in corso; l’attività si svolgerà direttamente negli oliveti e nei frantoi, dove la passione per questo prodotto si tramanda nei secoli.