Noi vogliamo che il nostro oliveto dia frutto nella prossima annata produttiva. Per questo è necessario concimare le piante. A fine inverno, al massimo inizio primavera, è necessario effettuare questa operazione. In questo modo il concime ha tutto il tempo per essere assimilato, se pioverà in modo sufficiente. Potrebbe essere necessaria, inoltre, una ulteriore concimazione alle foglie, sulla chioma delle piante, per somministrare azoto. Questo però avverrà, forse, a giugno.
Concimiamo perché l’olivo consuma una certa quantità di elementi nutritivi contenuti nel terreno. Per poter far sì che anche il prossimo anno sia in grado di produrre dobbiamo in qualche modo restituire una quantità più o meno pari di questi elementi.
La concimazione è una pratica complessa perché il terreno non è un substrato inerte, ma è un ambiente molto complesso in cui interagiscono molti fattori.
Una pianta concimata e quindi vigorosa è in grado di fronteggiare meglio gli attacchi parassitari, svolgere con regolarità il ciclo biologico ed infine condiziona lo sviluppo della fruttificazione e gli aspetti qualitativi degli stessi.
Di cosa hanno bisogno i nostri olivi ? Ecco gli elementi nutritivi
I principali elementi nutritivi che vengono somministrati sono azoto (simbolo N), fosforo (simbolo P), potassio( simbolo K); altri elementi nutritivi apportati sono boro e magnesio. Questi simboli sono quelli che possiamo leggere su un sacchetto di concime che compriamo. Sui sacchetti da 25 kg l’uno ci sono dei numeri, ad esempio 20-10-10 ciò significa che per ogni quintale di concime avrò 20kg di azoto(N) 10 di fosforo ( P) e 10 kg di potassio (K).
L’azoto influenza principalmente l’attività vegetativa e quindi la vigoria della pianta , stimola crescita di nuovi germogli e dei fiori, per cui risulta indicato in situazioni di terreni poveri o su piante che hanno subito qualche stress o sono state abbandonate per qualche tempo.
Il fosforo influenza il ciclo biologico della pianta in generale e la sua mancanza si manifesta con una scarso sviluppo della pianta e scarsità di frutti. Per cui va somministrato in dosi rilevanti solo se si verifica che il terreno ne ha bisogno.
Il potassio è fondamentale per una buona fruttificazione ed inoltre aiuta a bilanciare gli stress da eccessi di temperatura regolando i flussi idrici all’interno della pianta.
Altri elementi meno importanti (microelementi) sono il magnesio ed il boro.
CONCIMAZIONE |
Costi (al netto dell’IVA) |
Costo di acquisto del concime
300kg TIMAGOLD 10/8/18s+Micro ATB Plus 3 kg Rame Caffaro Blu |
199,31
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Costo della manodopera (2 ore) |
100,00 |
TOTALE (AL NETTO DELL’IVA) |
399,31
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L’analisi del terreno
Il terreno è un sistema complesso: è come una spugna in cui si spostano i liquidi che contengono le sostanze nutritive disponibili per le radici delle piante mediante specifici canali.. La disponibilità delle sostanze nutritive è però legata alle attività microbica del terreno. Per questo è necessaria anche la sostanza organica che deriva dalla degradazione delle sostanze animali e vegetali. Inoltre la sostanza organica nel terreno migliora la struttura del terreno e la capacità di trattenere l’acqua.
Per questo oltre alla concimazione con gli elementi elencati è cosa positiva utilizzare una base organica: il classico letame per intenderci !!!
Per fare un calcolo esatto del quantitativo di concime da fornire bisognerebbe fare una analisi del terreno presso un laboratorio di analisi attrezzato (vedi allegato).
L’analisi evidenzia eventuali carenze nella natura del terreno. Inoltre chiarisce il tipo di terreno ovvero se prevalgano le particelle di sabbia, di limo o di argilla. Non è necessario essere grandi geologi, chi va in campagna deve conoscere le particolarità della terra. In Provincia di Imperia il terreno è generalmente a matrice calcarea con prevalenza di argille. Anche il nostro oliveto è così. Inoltre è necessario conoscere il ph basico (il ph misura la reazione acida o basica di un terreno). In linea puramente teorica esiste un metodo pratico che evidenzia che il quantitativo di elementi da restituire per ogni quintale di olive prodotto è di 3 kg di azoto, 0,6 kg di fosforo e 3 kg di potassio
Un piccolo appunto: in generale il concime dovrebbe essere interrato per diventare subito disponibile alle piante. Questo perché se le piogge primaverili saranno scarse rischia di “degradarsi “velocemente a contato con l’aria e la luce. La lavorazione dovrebbe essere abbastanza profonda (20-30cm) soprattutto nel caso di concime a base di fosforo e potassio.
Nel passato il terreno degli oliveti veniva interamente zappato e sarchiato con erpici: si eliminavano le erbacce e si favoriva la penetrazione del concime.
Come si concima ?
La distribuzione del concime va effettuata sul tratto di terreno oltre la proiezione della chioma ove si sviluppa la maggior parte dell’apparato radicale.
È possibile effettuare la concimazione fogliare, con opportuni mezzi: i concimi liquidi vengono distribuiti sulle foglie e prontamente assimilati attraverso il circolo della linfa . Questa concimazione si integra con quella sul terreno in fase di prefioritura per dare Il boro (favorisce e stimola l’impollinazione) e nel periodo estivo in corrispondenza con i trattamenti contra la mosca delle olive.
Dato che il nostro oliveto è in buona condizione vegetative produttive abbiamo deciso di distribuire un concime con prevalente contenuto di potassio per favorire ulteriormente la produzione del frutto e la resa qualitativa dello stesso. Ne distribuiremo circa due kg a pianta stando ben attenti a darlo sulla proiezioni della chioma e sperando in un favorevole andamento delle piogge. Come sempre il dato climatico ha un peso determinante.
Pillole di storia
La storia della concimazione degli oliveti richiederebbe pagine e pagine. Bastino però due osservazioni singolari.
Nelle campagne di Taggia e non solo, per esempio, sorgono torri tardomedievali molto appariscenti. Difendevano sì i primi terreni densamente olivati, ma sono chiamate anche “torri colombere”. Ospitavano colonie di colombi che con il loro guano fornivano la “colombina”: un concime molto apprezzato per nutrire le olive.
In Liguria occidentale diverse parrocchie, come quella di San Lorenzo al Mare, vendevano la colombina per finanziare il mantenimento ed il restauro della chiesa.
In Liguria la necessità della concimazione è sempre stata curata in modo eccezionale. Le pratiche utili nel passato erano diverse. La più diffusa era senza dubbio quella di seppellire stracci di lana presso le radici degli alberi. Se ne trovano ancora, incredibilmente, se si lavora il terreno. Gli attenti analisti francesi all’inizio del XIX secolo notano che gli stracci provenivano spesso dall’area di lavorazione della lana presso Firenze: la stessa zona che utilizzava olio ligure per ammorbidire la lana appena tosata. Si chiudeva così un cerchio commerciale e produttivo.
A fine Ottocento si fece strada anche la possibilità di utilizzare il pregiatissimo guano del Perù: c’è chi ha fatto una fortuna con questo commercio, sostituendo la “raspatura di corna” spesso utilizzata a livello locale, quale derivazione da attività di macello.