L’olio extra vergine di oliva Riviera Ligure DOP, come tutti prodotti DOP e IGP, è un bene pubblico. Sembra un’affermazione forte, ma non è così. Basti pensare che la produzione di olio Riviera Ligure DOP è aperta liberamente a tutti i produttori che rispettano il disciplinare di produzione, senza rivalità e senza esclusioni, e che, inoltre, il legislatore europeo sviluppa una politica pubblica volta a favorire le produzioni DOP/IGP, per la loro capacità di portare benefici all’intera comunità.
Nel caso dell’olio extra vergine di oliva Riviera Ligure DOP, evidenti sono le implicazioni ambientali, sociali ed economiche legate al fatto che si tratta di una produzione in cui tutte le fasi della filiera si svolgono in Liguria e che si tratta di un patrimonio storico e culturale a carattere regionale. Questa produzione, realizzata da 370 aziende liguri, contribuisce alla salvaguardia dell’ambiente, al mantenimento del paesaggio e della biodiversità, allo sviluppo economico e sociale delle comunità locali, insediate principalmente nell’entroterra.
Come si riconosce un olio extra vergine di oliva Riviera Ligure DOP? In etichetta compare il simbolo comunitario giallo-rosso delle produzioni DOP, il nome RIVIERA LIGURE e l’annata di produzione, oltre alle indicazioni di legge. Ma l’elemento fortemente distintivo è il contrassegno di garanzia giallo del Consorzio di tutela apposto sul collo di ogni bottiglia, in cui sono presenti marchio consortile, codice alfanumerico e capacità del recipiente. Si tratta della carta di identità della bottiglia: garanzia di origine, tracciabilità e qualità.
La garanzia offerta dall’olio extra vergine Riviera Ligure DOP è ben diversa da quella di un generico olio extravergine di oliva. Nel primo caso abbiamo un prodotto “certificato e controllato” da un ente autonomo autorizzato dal Ministero dell’Agricoltura, quale il Consorzio di tutela, che effettua verifiche in campo, controlla i documenti ed effettua le analisi chimico-fisiche e sensoriali sull’olio prima che venga immesso in commercio. Dopo la certificazione, il Consorzio interviene ancora con l’attività di vigilanza sul mercato, volta a verificare che il prodotto mantenga le originarie caratteristiche qualitative previste dal disciplinare. L’agente vigilatore del Consorzio effettua inoltre verifiche nei punti vendita, con prelievi di olio Riviera Ligure DOP e monitora il commercio on line del prodotto per contrastare comportamenti illeciti.
Nel caso dell’olio extravergine di oliva “generico” ci troviamo invece di fronte ad un prodotto basato sull’autodichiarazione del produttore, anche nel caso in cui in etichetta venga evidenziata una varietà. L’indicazione della varietà non garantisce la provenienza da un territorio specifico, ma soltanto che il frutto che è stato lavorato proviene da una determinata specie “razza di olivo”. È per questa ragione che il mondo del vino non parla di varietà, ma di denominazioni di origine: sono località geografiche che non possono essere “scippate”. Si tratta di patrimoni non de-localizzabili, come invece le varietà.
La speranza è che il mondo dell’olio extravergine di oliva italiano segua il percorso del vino e non continui ad esistere confusione e distorsione sul mercato per questo prodotto che ha tutte le carte in regola per essere valorizzato nelle sue 50 produzioni territoriali: 42 DOP e 8 IGP, tra cui il nostro Riviera Ligure DOP.