La biodiversità olivicola e la sostenibilità sono stati i temi approfonditi dal Direttore del Consorzio di tutela dell’olio Riviera Ligure DOP, Giorgio Lazzaretti, nel corso di “Oli DOP IGP, Consorzi di tutela a confronto”, tavola rotonda moderata da Mauro Rosati della Fondazione Qualivita, che si è svolta a Siena lo scorso 28 maggio, nell’ambito degli “Stati generali dell’olivicoltura”, appuntamento promosso dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. Lazzaretti ha ricordato come gli oli DOP e IGP siano strumenti di tutela della biodiversità olivicola italiana, la più ricca al mondo con le sue 695 varietà iscritte al Registro nazionale delle piante da frutto. Le varietà locali presenti nei disciplinari produttivi dei 50 oli DOP IGP italiani esprimono infatti, attraverso il legame con la specifica area di produzione, oli con caratteristiche qualitative diverse, fornendo al consumatore un ricco patrimonio di gusto. Il rappresentante del Consorzio dell’olio Riviera Ligure DOP ha poi sottolineato come per ogni olio DOP IGP la biodiversità olivicola trascende l’aspetto biologico per diventare ricchezza della vita in senso più ampio, grazie alla salvaguardia delle tradizioni, della cultura ed alle interazioni sociali ed economiche sviluppate all’interno delle comunità locali. “La biodiversità diventa anche sostenibilità sociale ed economica – ha aggiunto Lazzaretti -. Questa frammentazione produttiva non deve essere quindi vista come un ostacolo allo sviluppo del settore, quanto un’espressione delle diverse identità dell’olio extra vergine di oliva, che non è quindi uno, ma un insieme di oli “sartoriali”, che rappresentano paesaggi, biodiversità e cultura dei diversi territori italiani, grazie ad un sistema basato sulla certificazione di qualità, origine e tracciabilità”.
Maria Viola Bonafini del Consorzio di tutela dell’olio Garda DOP ha posto invece l’accento sull’importanza dell’innovazione e della ricerca nel settore olivicolo e sul trasferimento di conoscenza dai centri di ricerca e sperimentazione agli olivicoltori per aiutarli a produrre olive. Si è infatti di fronte agli effetti dei cambiamenti climatici ed è quindi richiesta una strategia unica per la gestione delle emergenze fitosanitarie e delle risorse idriche nei diversi territori di produzione.
Mario Terrasi del Consorzio di tutela Olio Sicilia IGP a sua volta si è soffermato sull’importanza della collaborazione con il mondo della ristorazione e del commercio, auspicando che nei menù venga specificato l’utilizzo degli oli DOP IGP e che nella GDO vi siano, come avviene per i prodotti BIO, scaffali dedicati ai prodotti DOP IGP.
Fabrizio Filippi del Consorzio di tutela Olio Toscano IGP ha infine ricordato l’importanza di agire uniti nel contrasto alla comunicazione scorretta sviluppata nel commercio, che reca gravi danni agli oli DOP IGP, gli unici che possono vantare l’origine locale dell’olio e quindi i riferimenti alle località geografiche delle aree di produzione.
FOCUS
Gli oli DOP e IGP in Italia sono 50 (42 DOP e 8 IGP) e coinvolgono 23.500 operatori della filiera produttiva. Con 13.000 tonnellate hanno un peso del 5% della produzione nazionale, ma esprimono un più elevato valore al consumo grazie alla garanzia basata sull’origine locale, la tracciabilità di filiera e la verifica della qualità del prodotto fornita da un organismo di controllo autorizzato dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.