“È ormai chiaro – afferma Mauro Rosati, DG Fondazione Qualivita, a seguito della nuova visione di sviluppo presentata da Qualivita a Cibus – che serve patrimonializzare e finanziare la crescita delle PMI agroalimentari italiane per aumentare il potenziale di offerta all’estero dove è forte la richiesta di qualità made in Italy. L’Italia ha una opportunità in più con le Indicazioni Geografiche che, se ben gestite, rappresentano asset intangibili capaci di dare alle imprese valori di mercato molto più elevati di quelli attuali. Fare una fotografia del ‘capitale intellettuale’ generato nelle filiere dai prodotti DOP IGP, può servire ad attrarre finanza e partnership di alto livello utili per accelerare la crescita”.
C’è un potenziale che fonda le sue basi su elementi inerenti la proprietà intellettuale, il capitale organizzativo, le risorse umane e il capitale relazionale sviluppato negli anni dalle DOP IGP italiane attraverso una corretta gestione dei Consorzi di tutela e delle imprese consorziate. Ecco così che il valore di mercato delle PMI agroalimentari italiane è generato in buona parte da risorse intangibili ‘di origine’ che ogni Indicazione Geografica porta con sé e che, se ben sviluppato, può essere un traino per ogni singola impresa della filiera
“I dati raccontano bene qual è la ricchezza agroalimentare del nostro Paese, costruita e cresciuta in questi anni nei territori d’Italia – commenta il Ministro delle politiche agricole Stefano Patuanelli – con il paniere delle eccellenze DOP IGP che esprime un valore frutto di conoscenze, competenze e organizzazione dei sistemi produttivi. E questo ci dice anche che la dimensione aziendale non rappresenta un problema laddove le filiere funzionano e i Consorzi riescono a governare e tutelare sistemi di produzione agroalimentare di qualità”.